Cosa fa un ricercatore universitario?
Rimanere in ambito universitario dopo aver terminato un percorso di studi è il sogno di tantissimi neo-laureati; ma per poter assecondare tale ambizione è fondamentale sapere cosa fa un ricercatore universitario, ovvero quali sono i requisiti per accedere al primo step della carriera accademica.
La passione e l’interesse verso alcune materie studiate durante il corso di laurea identificano le leve motivazionali per le quali molti studenti hanno come obiettivo professionale il campo della ricerca.
Cerchiamo quindi di capire in cosa consiste l’attività di un ricercatore e quali sono i requisiti che deve possedere per poter ricoprire il ruolo.
Ricercatore universitario: chi è e cosa fa
Entriamo subito nel cuore del nostro post, nell’ambito del quale l’università di Udine Niccolò Cusano analizzerà l’attività di un ricercatore, ovvero le mansioni che svolge nell’ambito del suo ruolo.
La ricerca rappresenta il primo step della carriera universitaria; si tratta in pratica del periodo di gavetta attraverso il quale è possibile arrivare all’insegnamento.
A seconda dei contesti operativi, la ricerca viene distinta in: ‘ricerca di base’ oppure ‘ricerca applicata’.
La ‘ricerca di base’ tende ad acquisire nuove conoscenze o a fornire spiegazioni di fenomeni complessi, senza avere una finalità pratica immediata.
La ‘ricerca applicata’ si basa su conoscenze e tecniche già esistenti per trovare soluzioni concrete da applicare a problematiche pratiche.
Il ricercatore collabora quindi alle attività formative dell’ateno presso il quale lavora, occupandosi di studi e ricerche inerenti specifici argomenti e/o materie.
Operativamente il profilo in oggetto si occupa di analizzare eventi e fenomeni afferenti il campo disciplinare di propria competenza, sviluppando, a seconda dei casi, nuovi processi, metodologie o prodotti. Tra le sue mansioni anche la gestione organizzativa degli aspetti relativi al progetto di ricerca.
Ricercatore universitario tipo A
Il ricercatore a tempo determinato di tipo A (RTDA) ha un contratto triennale rinnovabile di altri due anni.
Per poter rimanere in ambito universitario deve superare un ulteriore concorso come ricercatore di tipo B.
Ricercatore universitario di tipo B
Il ricercatore a tempo determinato di tipo B (RTDB) ha un contratto triennale non rinnovabile, ma con la possibilità di passare di ruolo senza dover sostenere un concorso.
I ricercatori di tipo B possono quindi diventare professori associati con un contratto a tempo indeterminato, a patto che abbiano ottenuto, nel corso dei tre anni, l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato (ordinario) e la conferma da parte dell’ateneo in cui lavorano.
Come diventare ricercatore universitario
Il primo step per poter intraprendere una carriera nell’ambito della ricerca è il conseguimento di una laurea magistrale.
Successivamente bisogna svolgere un dottorato di ricerca, della durata minima di tre anni.
Durante il dottorato l’aspirante ricercatore inizia a familiarizzare operativamente con la professione, affiancando allo studio attività di ricerca e sperimentazione.
Il titolo conseguito dopo i tre anni fornisce il requisito essenziale per poter accedere alla fase di selezione concorsuale.
L’accesso alla carriera accademica viene gestita direttamente dai singoli atenei, attraverso bandi di concorso pubblicati sui propri siti istituzionali senza alcun tipo di regola o limitazione temporale.
All’interno della pubblicazione ogni università definisce, sulla base delle peculiari esigenze, le procedure di selezione e reclutamento del personale.
È possibile partecipare indistintamente alle selezioni di qualsiasi ateneo, purchè i corsi siano correlati al proprio indirizzo di studi.
Il concorso prevede tre prove, di cui due scritte e una orale.
La prima prova scritta prevede lo sviluppo di un tema relativo ad un argomento afferente l’indirizzo di studi.
La seconda prova scritta è incentrata su un argomento afferente la materia scelta.
La prova orale verte sulle ricerche svolte fino a quel momento dall’aspirante ricercatore.
Ai requisiti tecnico-formativi è necessario affiancare una serie di capacità e attitudini personali.
Come accennato nel corso dei precedenti paragrafi, per poter intraprendere la professione di ricercatore è fondamentale possedere una forte passione per la ricerca.
Il ricercatore è una persona curiosa, spinta costantemente dal desiderio di conoscere, studiare e approfondire; ma è anche una persona responsabile e attenta.
Tra i requisiti personali imprescindibili rientrano la capacità di analisi, l’attenzione ai dettagli e la predisposizione naturale all’aggiornamento.
Quanto guadagna
Concludiamo con un’informazione che riguarda la retribuzione, ovvero cerchiamo di capire quanto guadagna un ricerctore universitario.
Lo stipendio si attesta, in media, sui 1.600 euro mensili.
In base al livello di esperienza (anzianità) la retribuzione parte da un minimo di 1.400 euro per arrivare ad un massimo di 1.900 euro.
Entrando maggiormente nel dettaglio:
- Meno di 3 anni di esperienza (entry level): circa 1.500 euro netti al mese
- Da 4 a 9 anni di esperienza: circa 1.600 euro netti al mese
- Da 10 a 20 anni di esperienza: circa 1.700 euro netti al mese
- Oltre 20 anni di esperienza: circa 1.850 euro netti al mese
Ora sai cosa fa un ricercatore universitario e quali sono gli step per accedere alla carriera accademica.
Non ti resta che iniziare!
Credits: AlexFedorenko/Depositphotos.com